Il poligrafo, comunemente noto come "macchina della verità", è uno strumento che misura e registra alcune caratterisctiche fisiologiche di un individuo (pressione del sangue, polso arterioso, respirazione,...) mentre il soggetto in questione è tenuto a rispondere ad una serie di domande. Con il poligrafo vengono quindi misurati i cambiamenti e le variazioni dei parametri dell'individuo durante l'interrogatorio.
Ma questo che cosa ha a che fare con il mio ambito di ricerca? Io sono una fisica teorica e dopo alcune riflessioni sono giunta alla conclusione che la macchina che posso assimilare alla mia ricerca sia, appunto, la "macchina della verità": come input ci mettiamo le varie teorie della fisica moderna che tentano di descrivere la realtà e come output, dopo l'analisi di vari parametri, otteniamo un "Sì" o un "No", un "Vero" o un "Falso". Sarebbe bello se fosse così semplice. Per lo meno aiuterebbe a scartare fin dall'inizio alcune delle teorie esistenti e a scoprire se qualcuna di esse ha fatto centro. Il problema è che bisognerebbe porre la domanda giusta ad un "individuo" che conosca la risposta esatta. Poi la macchina farebbe il resto.
Direi che per adesso possiamo continuare sulla
strada del principio
popperiano della falsicabilità, per cui vengono riconosciute come
fisicamente vere solo quelle proposizioni per le quali è possibile
disegnare procedimenti che portino potenzialmente alla loro
falsificazione.
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